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Il 10 agosto del 1867 Ruggero Pascoli è ucciso in un'imboscata. Il delitto, che risuona nell'immortale poesia di suo figlio Giovanni, resta impunito. Negli anni che seguono, vengono pubblicate molte ricerche e avanzate diverse ipotesi sulla sua genesi e modi. L'ultima indagine storica in ordine di tempo, "Il complotto" di Rosita Boschetti, risale a pochi anni or sono. Alla vicenda si riferiscono i presenti monologhi che sono in parte frutto d'invenzione e in parte si basano su documenti scritti e racconti orali. In particolare i monologhi dei presunti assassino e mandante - come s'è detto mai identificati dagli inquirenti - si fondano in larga parte sulla tradizione orale tramandata fino a oggi a San Mauro Pascoli, che non ha riscontro nei documenti.Si tratta di cinque monologhi a cui corrispondono altrettanti "contrappunti". A "E' mórt 'mazè" ("Il morto ammazzato") "E' garzòun" ("Il garzone"; nella realtà Ruggero Pascoli, in genere, si faceva accompagnare da un suo dipendente che aveva un ruolo certo superiore a quello di garzone). A "L'asasòin" ("L'assassino") "L'asasòin dl'asasòin" ("L'assassino dell'assassino"). A "La vèdva" ("La vedova") "Al surèli" ("Le sorelle"). A "I urfan: la Ghita e Giacòun" ("Gli orfani: la Margherita e Giacomo"; che erano i maggiori) "I fradél" ("I fratelli"). A "E' mandènt" ("Il mandante") "I samauróis" ("I sammauresi"). Il 3 agosto del 2017, sette giorni avanti lo scoccare del 150° anniversario dell'omicidio, è andata in scena in anteprima, nel giardino di Casa Pascoli, una lettura in musica di "La s-ciuptèda" con la voce e la regia di Elena Bucci, l'elettronica e la regia del suono di Luigi Ceccarelli, i clarinetti (e non solo) di Paolo Ravaglia. Il presente CD riproduce quella serata.